lunedì 2 ottobre 2017

Principali teorie educative: la teoria psicanalitica

La teoria psicoanalitica



Anna e Sigmund Freud

Psicanalisi. Corrente scienti ca fondata da Sigmund Freud all’inizio del Novecento, secondo la quale molti comportamenti sono originati da dinamiche inconsce. L’inconscio, che è la parte sommersa e più ampia della nostra psiche, dove risiedono le pulsioni originarie (amore e odio) e dove vengono rimossi gli eventi spiacevoli, emerge nei sintomi nevrotici (come i tic nervosi) e, in condizioni normali, nei sogni, nelle libere associazioni, nei lapsus, nelle amnesie e nei motti di spirito.

Secondo la psicoanalisi la classe è il campo di un incontro/scontro di forze inconsce, che emergono attraverso una grande varietà di sintomi: esplosioni di collera, forme di mutismo, insuccessi scolastici ecc., eventi che possono sconcertare e sembrare privi di ragioni (e che suscitano commenti tipici, come “Non me lo aspettavo!”; “Proprio quel ragazzo che è sempre così tranquillo” ecc.).
La psicoanalisi invita a interpretare tali sintomi e a ricercare le cause profonde che ne sonoall’origine, senza trascurare la storia personale di un bambino o di un adolescente. 
La psicoanalisi aiuta a chiarire la ricchezza della relazione educativa. Per esem-
pio, mette in luce i fenomeni di transfert (tipici della relazione terapeutica), con i quali, a scuola, i ragazzi proiettano sull’insegnante le dinamiche del rapporto con i loro genitori: per un adolescente, la riuscita scolastica può essere un mezzo di rivincita sul padre; un altro, invece, può provocare l’insegnante per mettere alla prova se stesso e dare sfogo alle proprie pulsioni.
Nella scuola, come in molti ambiti della vita quotidiana, è possibile che si manifestino fenomeni di proiezione: quando qualcosa, all’interno della nostra psiche, è avvertito come pericoloso, viene inconsapevolmente proiettato all’esterno. 
Per esempio, un ragazzo che teme di essere timido, può proiettare questo suo timore su un compagno di classe, che tratterà in modo sgarbato e scorretto. 
Ogni ragazzo, inoltre, ha un’immagine di sé, ossia una certa considerazione di se stesso: a seconda dei casi si vedrà come una persona simpatica, banale, solitaria ecc., un giudizio che può essere o no condiviso dagli altri (è l’immagine che gli altri hanno di lui). L’immagine di sé si costruisce attraverso un lungo percorso, a partire dal rapporto con la madre e con altre fgure di riferimento. In ogni relazione incide profondamente sul modo di comportarsi.
La psicanalisi ofre all’insegnante strumenti utili per capire non solo gli studenti, ma anche se stesso. Gli atteggiamenti di un insegnante, per esempio, sono riconducibili a con itti infantili con i genitori o con fgure educative particolarmente autoritarie o prive di fermezza. Secondo la psicoanalisi, dunque, nel rapporto con gli allievi, un insegnante è spinto a rivivere la propria infanzia. 
Lungi dall’essere un elemento di debolezza, questo fenomeno, se adeguatamente compreso, fornisce al docente una chiave per meglio capire i comportamenti degli allievi. Controllando le proprie emozioni (condizione defnita “maturità emotiva”), il maestro può rispondere adeguatamente ai comportamenti inconsci del bambino e dell’adolescente e aiutarlo a risolvere le difcoltà eventualmente incontrate. 



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